Le Emorroidi
- by Varriale Prof. Massimiliano
- 24 feb 2023
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Le emorroidi sono dei cuscinetti circolari, prevalentemente a sangue venoso, e normalmente servono per:
- Accompagnare le feci all’esterno riducendo il trauma anale
- Completare il complesso sistema della continenza fecale
Quando si hanno dei sintomi si parla di malattia emorroidaria che è la più diffusa causa di sofferenza della regione anorettale. Più del 50% della popolazione adulta occidentale soffre o ha sofferto di patologia emorroidaria. Molti soggetti lasciano trascorrere molto tempo prima di rivolgersi allo specialista ma è importante sapere che soprattutto negli stadi iniziali i trattamenti sono in grado di eliminare senza o con poco dolore il problema.
Malattia emorroidaria
Erroneamente descritta come “varici dell’ano”, le emorroidi patologiche sono dei corpi cavernosi di volume aumentato contenenti sangue venoso ed arterioso, che possono protrudere dall’ano.
A seconda del plesso da cui traggono origine possono essere suddivise in emorroidi interne ed esterne.
Le emorroidi interne aumentano di volume dentro l’ano (I grado) e danno segno di sé, in generale, solo durante il passaggio delle feci, con dolore, sanguinamento e prurito. Possono prolassare all’interno dell’ano e rientrare da sole (II grado) o con l’aiuto delle dita (III grado); possono essere moto dolorose quando non si riesce a riposizionarle dentro l’ano.
Le emorroidi esterne (IV grado) non rientrano nell’ano e possono svilupparsi al margine dell’ano; se sotto tensione sono molto dolorose, più frequentemente delle interne possono complicarsi con la formazione di coaguli nel loro interno (trombosi emorroidaria).
Ricapitolando:
- I stadio: emorroidi interne non prolassanti
- II stadio: emorroidi prolassanti ma spontaneamente riducibili
- III stadio: emorroidi prolassanti che richiedono la riduzione manuale
- IV stadio: emorroidi costantemente prolassate
Le cause
Non esiste una sola causa. Si sviluppano più con: l’aumentare dell’età, le eccessive spinte per evacuare le feci, la lunga permanenza sulla tazza del bagno, le feci molto dure o irritanti quali quelle diarroiche, la gravidanza, l’obesità, i fattori ereditari.
I Sintomi sono:
- Sanguinamento alla defecazione con sangue rosso vivo
- Prolasso che può rientrare più o meno facilmente
- Prurito spesso accompagnato da senso di ano umido
- Dolore, in genere tipo bruciore
- Nodulo/i esterno/i dolente/i, a volte ad insorgenza in poche ore
Le complicazioni delle emorroidi sono rare e si verificano quando la disfunzione è prolungata. La perdita di sangue può causare carenza di ferro (anemia) oppure danni gravi ai tessuti. Se l'emorroide è strozzata il tessuto epiteliale può subire una forma di cancrena.
Come si fa diagnosi?
La diagnosi di emorroidi avviene mediante una visita dello specialista colon-proctologo. Solitamente, il medico ispeziona la zona rettale per esaminare le caratteristiche del prolasso. La visita può essere condotta anche con l'uso di strumenti che facilitano l'osservazione come anoscopio, proctoscopio o sigmoidoscopio.
L’anoscopia permette di effettuare diagnosi certa e di individuare ed escludere altre malattie proctologiche molto spesso associate.
Situazioni particolari sono la gravidanza e la malattia infiammatoria cronica intestinale.
Il trattamento medico va diretto verso la possibile causa
- Stipsi: aumento dell’assunzione di fibre vegetali ed uso di lassativi formanti massa per ottenere feci più morbide
- Correzione della diarrea se presente
- Riapprendimento di una corretta defecazione tendente ad evitare di spingere molto o a lungo ed evitare di passare molto tempo seduti sulla tazza del WC
- Bidè con acqua tiepida per ridurre spasmo e dolore
Nella maggioranza dei casi, infatti, le emorroidi tendono a guarire da sole dopo un certo periodo. Talvolta è sufficiente modificare la dieta, con l'introduzione di fibre, vegetali e liquidi.
I trattamenti variano anche in base agli stadi di classificazione:
- Primo e secondo stadio è generalmente sufficiente un trattamento medico basato su norme igienico-dietetiche (dieta ricca di scorie, regolare attività fisica) e sull'impiego di alcuni farmaci, soprattutto ad azione locale
- Secondo stadio, se non migliora con il trattamento conservativo, possono essere adottate tecniche non chirurgiche quali la legatura elastica e le iniezioni sclerosanti, procedure eseguibili ambulatorialmente senza anestesia ma la cui efficacia è in genere parziale e transitoria
- L'intervento chirurgico viene solitamente consigliato per le emorroidi di III e IV grado
L'intervento di emorroidectomia tradizionale prevede l'asportazione delle emorroidi, legando le vene all'interno del canale anale con fili di sutura riassorbibili.
L'alternativa più efficace all'intervento classico è l'emorroidopessi, questo intervento differisce in maniera sostanziale dalla emorroidectomia tradizionale. Il principio su cui si basa l'intervento è quello di riposizionare le emorroidi all'interno del canale anale accorciando il rivestimento mucoso interno del retto.
Esistono molte tecniche che hanno in comune la rimozione delle emorroidi. Necessitano in genere di breve ricovero (spesso in regime ambulatoriale o di day surgery) e si effettuano in anestesia prevedendo il controllo dei disagi e del dolore postoperatorio.