Donne, dolore sessuale e proctologia
- by Varriale Prof. Massimiliano
- 17 ott 2022
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Durante i forum dedicati alle donne spesso emergono domande riguardo ad argomenti dibattuti.
Perché si avverte dolore nel perineo posteriore durante l’atto sessuale?
Può essere correlato alla stipsi cronica di cui molte sono affette?
Come si può migliorare la performance defecatoria?
A quale specialista si devono rivolgere in caso di prolasso della vescica o del retto?
Queste sono solo alcune delle domande a cui tenterò di rispondere con questo articolo.
Tra domande e cattiva informazione
Molte donne cercano una specialista donna per potersi sentire più libere di parlare, altre spiegano come si svolge la visita così da rassicurare le altre pazienti e consigliare un proctologo in particolare. Le domande sulla capacità delle tecniche chirurgiche di trattare il danno nel miglior modo possibile e nel minor tempo possibile sono innumerevoli, così come quelle sul post operatorio.
Tutto questo mi ha fatto riflettere: è un problema di cattiva o di mancata comunicazione tra medico e paziente? Nonostante l’evoluzione della società, c’è da chiedersi se siamo ancora di fronte a un argomento tabù, in cui reticenza e riservatezza delle pazienti molto spesso impediscono la strutturazione di un proficuo dialogo medico/paziente.
Purtroppo, credo che sia proprio così: il tabù e la vergogna risultano due nemici davvero difficili da combattere.
Rassicurazioni sulla proctologia moderna
La proctologia è un settore ultra-specialistico che ha sviluppato la massima capacità nel capire le patologie del pavimento pelvico della donna e nel trattarle con tecniche e tecnologie chirurgiche avanzate, rispettose del comfort post-operatorio, della degenza ospedaliera, della pronta ripresa, delle attività sociali e del miglior risultato in termini di guarigione dalla patologia. Non è importante se il proctologo sia uomo o donna, a fare la differenza è l’ascolto. È necessario prestare la giusta attenzione alla paziente e saperla instradare in un percorso che la porti a comprendere la patologia di cui è affetta, la terapia medica o chirurgica da seguire, il risultato massimo ottenibile dal percorso terapeutico scelto. Solo così la visita, eseguita parimenti da un proctologo o da una proctologa, potrà dare risposte performanti.
La dispareunia
Veniamo, infine, al secondo grande tabù che affligge le donne: il dolore durante i rapporti sessuali. Si tratta di una condizione clinica poco frequente, ma che è dovuta a fattori multivariati. Il termine medico con il quale viene identificata è dispareunia, dal greco antico dys, cioè ‘cattivo’, e pareunos che significa ‘colui che giace accanto’. Il primo caso di dispareunia fu descritto nel ‘600 da un autore svizzero. Da allora, il dolore pelvico o vaginale all’atto sessuale è sempre stato di pertinenza dei ginecologi. È, infatti, un dolore che insorge nella vagina durante l’atto della penetrazione o avvertito vagamente e diffusamente nella regione pelvica, sempre durante l’atto della penetrazione. Alcune donne lo avvertono più intensamente nella regione perineale posteriore e/o in corrispondenza del retto. È stato proprio questo dettaglio a segnare la svolta nell’era moderna: è stato possibile identificare una sottopopolazione di donne affette da dispareunia, in età compresa tra i venti e i trent’anni, che riferiscono il dolore, all’atto della penetrazione, localizzato alla regione perineale posteriore o perianale.
La dispareunia in proctologia
Capita che il dolore si irradi al coccige e al retto, che si evidenzi in alcune posizioni e si allevi in altre. Questo tipo di dispareunia può intensificarsi durante la fase ovulatoria del ciclo mestruale, cosa che convince ulteriormente la giovane paziente a rivolgersi allo specialista ginecologo.
Spesso, però, le pazienti che accusano questi fastidi sono affette da una stipsi cronica, insorta in genere in età pediatrica. La stipsi che si manifesta in età pediatrica può determinare dei gradi di prolasso della mucosa rettale tali da, nel tempo, intensificarne il significato. In particolare, si instaura un circolo vizioso per il quale la stipsi genera il prolasso rettale; il prolasso rettale genera un’ostruzione alla defecazione; l’ostruzione peggiora la stipsi, che conseguentemente peggiora il prolasso rettale e così via per peggioramenti continui.
Questo meccanismo perverso può portare la paziente a manifestare, nel tempo, un quadro sintomatologico proprio alla ostruita defecazione con sforzo notevole e prolungato, o straining, alla defecazione, digitazione vaginale o anale per facilitare l’espulsione delle feci, prurito anale, ano umido piccole ferite perianali da grattamento.
In questo tipo di situazione, certamente si sviluppa un quadro di alterata funzione delle strutture muscolari del pavimento pelvico deputate alla continenza e alla funzione della defecazione. Alterandosi la funzione delle strutture muscolari del pavimento pelvico, si determina una loro non coordinata funzione fisiologica che in termini medici viene indicata come dissinergia del pavimento pelvico.
Appare dunque evidente come l’atto sessuale possa, in questa particolare tipologia di pazienti, manifestarsi con la dispareunia: la penetrazione potrebbe stimolare la muscolatura del pavimento pelvico, di conseguenza potrebbero instaurarsi dei riflessi locali nervosi dei centri di regolamento pelvici, apprezzabili come riflessi algici. È importante allora indagare sempre, nel caso in cui una donna manifesti dispareunia, oltre che sugli aspetti psicologici e ginecologici, sui fattori digestivi attraverso una visita proctologica.