Sindrome del colon irritabile: conosciamola meglio
- by Varriale Prof. Massimiliano
- 21 lug 2022
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La sindrome del colon irritabile rientra tra quelle che chiamiamo sindromi “funzionali”, ossia quelle che non fanno riferimento a nessuna causa organica, in questo caso intestinale. Essendo, però, un disturbo molto comune, soprattutto per le donne nella fascia d’età compresa tra i 20 e i 50 anni, quest’oggi voglio parlarvene affrontando sia gli aspetti sintomatologici sia i possibili rimedi.
Sintomi
Il paziente colpito da questo disturbo accusa dolore e gonfiore addominale, diarrea e stipsi, nonché una distensione addominale e una sensazione di evacuazione incompleta. Si tratta, inoltre, di una sintomatologia in continuo mutamento: può risolversi da sola o evolversi in altri disturbi funzionali.
Il dolore è il sintomo sempre presente e può interessare qualsiasi zona dell’addome, sebbene, generalmente, colpisca il fianco sinistro e peggiori con l’assunzione di cibo.
Cattiva alimentazione
Trattandosi di una patologia intestinale, il pensiero comune è che sia causata dall’alimentazione.
Sfatiamo subito questo falso mito: semplicemente, una cattiva alimentazione o l’assunzione di determinati cibi possono causare un suo aggravamento, ma non sono la diretta causa scatenante.
Chi soffre di colon irritabile molto spesso può avere delle abitudini alimentari scorrette, come il consumo di pasti squilibrati, la velocità nel mangiare, la quantità troppo elevata di cibi ad alto contenuto di grassi e particolarmente raffinati. Ovviamente queste sono indicazioni di massima: gli alimenti che peggiorano il disturbo risultano poi sempre diversi per ciascuno ed è fondamentale analizzare la dieta dei pazienti caso per caso. Per questo, in fase di anamnesi, il paziente è chiamato a redigere un diario alimentare, così da registrare e tracciare i cibi che sono maggiormente in grado di scatenare l’accesso doloroso. Una volta redatto il diario, si attuerà una strategia simile a quella che viene utilizzata per le intolleranze: limitando o inserendo alimenti, si verificherà di volta in volta la risposta del paziente.
Consigli generali
Chi soffre di colon irritabile, come buona prassi generale, dovrebbe cercare di evitare pasti troppo abbondanti; al contrario, dovrebbe prendere l’abitudine di fare 4/5 pasti più piccoli e consumarli lentamente. La lenta masticazione, infatti, ottimizzando la triturazione del cibo, favorisce la digeribilità dell’alimento consumato. Vi consiglio, inoltre, di preparare pasti semplici, senza condimenti troppo elaborati e che abbiano il giusto apporto di fibre. Sì a frutta, verdura e abbondante acqua. Come metodo di cottura consiglio di prediligere:
- cottura alla piastra;
- cottura al vapore;
- cottura per ebollizione.
Solitamente sono cibi a rischio:
- latte: i latticini sono ammessi in quantità limitata;
- dolcificanti: sorbitolo, fruttosio;
- marmellata;
- alcuni tipi di frutta: pesche, prugne, pere, succo di agrumi;
- alcuni tipi di verdura: cavoli, carciofi, spinaci, cipolle, verze, radici, rucola, cetrioli, pomodori;
- spezie;
- cioccolato;
- caffè;
- the;
- menta;
- bevande contenenti caffeina;
- alcool;
- bevande gassate.
Per ciò che concerne i cibi integrali, è bene regolare l’apporto in base al tipo di alvo, cioè il tipo di defecazione: se la manifestazione dell’alvo è stitica, le fibre migliorano la situazione, ma se è diarroica, la peggiorano. Se non siete intolleranti al lattosio, lo yogurt può essere un vostro valido alleato.
Vi ricordo che queste indicazioni devono essere prese come del tutto generali ed è importante sempre procedere con una visita specialistica affinché si possano valutare per ciascuno percorsi specifici.
Conclusioni
Come per tutte le patologie che riguardano l’apparato intestinale, anche la sindrome del colon irritabile porta molto spesso a scegliere il silenzio. In realtà, nonostante non vi siano cause funzionali e non esista una cura definitiva, ignorare i sintomi e trascurare la situazione è la scelta più sbagliata che si possa fare. Soltanto andando a fondo nella situazione si può puntare a ridurre la sintomatologia e scongiurare la concomitanza di altri sintomi che molto spesso sono legati a questi disagi, quali stati ansiosi, depressione, tensione e aggressività.