Condilomatosi: tutto quello che c’è da sapere
- by Varriale Prof. Massimiliano
- 5 mag 2022
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La condilomatosi è una patologia abbastanza frequente in proctologia.
Localizzata nella maggior parte dei casi nella regione perineale – sia anteriore nel compartimento genitale, sia posteriore in quello digestivo (anale) – si contrae principalmente tramite un contatto diretto delle superfici genitali e/o perianali con l’agente patogeno, ossia il papilloma virus.
Come si riconosce un condiloma?
La condilomatosi si presenta in varie forme cliniche, ma la più evidente è rappresentata dai così detti Condilomi accuminati conosciuti anche come “creste di gallo” per la loro tipica conformazione composta da escrescenze bottonute confluenti tra loro e di colorito bianco madreperlaceo.
Tali escrescenze si possono trovare:
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nella regione perianale;
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nella regione perivulvare;
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nel canale anale;
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nel canale vulvare (sino a estendersi al collo dell’utero).
Il contatto nella maggior parte dei casi avviene, come detto, per trasmissione sessuale, e in particolare tramite anali. C’è, però, anche il caso in cui l’ano umido – sintomo che configura un gocciolamento o soiling – entra in contatto con superfici umide, come piscina, water, sauna, e fa sì che il film mucoso prodotto dalla regione anale con funzione lubrificante del canale anale stesso, entri in contatto con il patogeno che determina la condilomatosi.
Cos'è, sintomi e prevenzione della condilomatosi
Il condiloma è comunque una formazione benigna, pertanto se trattato tempestivamente non comporta gravi rischi per la salute.
Se, al contrario, viene ignorato può predisporre all’insorgenza di neoplasie maligne come il cancro del collo dell’utero o il cancro dell’ano (classificato come A.I.N. – Anal Intraephitelial Neoplasia).
I sintomi sono talvolta assenti, in particolare nelle forme del collo uterino, o molto blandi come il prurito nelle zone perianali. È importante dunque giocare d’anticipo non dimenticando l’importanza della prevenzione:
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dal punto di vista delle modalità trasmissive, utilizzando il condom protettivo, in particolare per i rapporti promiscui e per quelli occasionali;
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dal punto di vista dello screening e della vaccinazione, facendo controlli periodici (per le donne tramite visita ginecologica e paptest) e sottoponendosi al vaccino per l’HPV (Human Papilloma Virus) che è in grado di prevenire l’infezione dei tipi 16 e 18 dell’HPV, responsabili della maggior parte dei tumori del collo dell’utero.
Condilomatosi perianale: trattamento
Tra le diverse tipologie, la condilomatosi perianale ha assunto un ruolo clinicamente significativo per l’elevata associazione della patologia con l’insorgenza di carcinomi squamosi dell’ano nei pazienti immunodepressi. Conoscendo questa correlazione i soggetti immunodepressi possono sottoporsi all’asportazione e alla tipizzazione oncogenica del tessuto, potendo così essere inseriti in protocolli terapeutici specifici volti a prevenire l’insorgenza del carcinoma squamoso dell’ano.
Laddove non si riuscisse ad agire in maniera preventiva, il trattamento del carcinoma in questione varierà a seconda dell’estensione e della localizzazione, configurandosi come radioterapico, chirurgico o entrambi in combinazione.
Vi sono alcune sostanze attive sul papilloma come la podofillotossina: l’imiquimod, farmaco di ultima generazione che ha superato tutti i test necessari posteriori alla sperimentazione, consente l’eradicazione completa della condilomatosi dopo trattamento chirurgico, anche se, per correttezza scientifica, va segnalato che talvolta possono insorgere delle complicanze locali cutanee associate all’applicazione del farmaco.
Per il trattamento chirurgico relativo all’asportazione dei condilomi perianali, invece, si opera per diatermocoagulazione, attraverso un elettrobisturi, o per fotocoagulazione, attraverso un laser, metodo che solitamente presenta una minore incidenza di recidive.
In alcuni pazienti si può procedere, analizzando il singolo caso, tramite crioterapia con azoto liquido.
Conclusioni
In qualsiasi caso, è sempre bene consultare il proprio medico e rivolgersi allo specialista di proctologia per riuscire a intervenire nel modo più tempestivo possibile. Molto spesso, a causa di un tabù che investe le patologie dell’area genitale e anale, si tende a rimandare i controlli preventivi o a ignorare i segnali che il nostro corpo ci fornisce, ed è proprio questo ritardo diagnostico a creare le problematiche maggiori nel trattamento della patologia.