Gestione delle stomie
- by Varriale Prof. Massimiliano
- 27 nov 2023
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Il termine stomia deriva dal greco e significa apertura “bocca”, ovvero l’abboccamento di un viscere o di una cavità dell’apparato digerente o urinario alla cute con la conseguente creazione di una comunicazione tra interno e l’esterno.
La stomia è un’apertura creata chirurgicamente sull’addome per consentire la fuoriuscita degli effluenti (feci o urine) dall’organismo, poiché un tratto dell’apparato digerente o urinario sono compromessi da una patologia e non possono svolgere le normali funzioni.
Tipi di stomia
La colostomia è un’apertura creata chirurgicamente, attraverso la quale una piccola porzione del colon viene fatta fuoriuscire sulla superficie dell’addome. Questa apertura consente una nuova via d’uscita alle feci, lasciando a riposo la parte d’intestino danneggiata o non in grado di funzionare. L’intestino si svuota ritmicamente durante il giorno, all’interno dell’apposita sacca di raccolta posizionata esattamente sulla stomia.
A seconda della posizione e della patologia, si distinguono quattro diversi tipi di colostomia:
- Ascendente: situata nel colon ascendente. Si tratta di un tipo di stomia non comune; gli effluenti sono liquidi o semi-liquidi e molto irritanti per la pelle.
- Trasversa: situata nel colon trasverso, effluenti liquidi o semiformati. In genere confezionata su ansa e temporanea.
- Discendente: situata nel colon discendente; gli effluenti sono più formati a causa della maggiore quantità d’acqua assorbita nel colon ascendente e trasverso.
- Sigmoidea: situata nella parte inferiore sinistra del colon. Gli effluenti sono formati in quanto i liquidi sono stati assorbiti lungo il percorso intestinale.
Per gestire questo tipo di stomia è consigliabile adoperare una sacca a fondo chiuso, sacca che presenta alcune caratteristiche fondamentali:
- il filtro, che consente allo stesso tempo la fuoriuscita e la deodorazione dei gas;
- il telino di rivestimento, morbido al tatto e impermeabile all’acqua, che deve offrire comfort e discrezione.
Una volta piena, la sacca si rimuove e si sostituisce con una nuova.
In alcuni casi, è possibile effettuare una tecnica riabilitativa, detta irrigazione, che consente di ripristinare temporaneamente la continenza fino a un massimo di 72 ore. Per praticare questa tecnica, è necessario che il paziente sia istruito dal proprio professionista sanitario di fiducia. Una volta compresi i passaggi, è possibile effettuare questa tecnica in totale autonomia. Il vantaggio è poter adoperare una sacca di raccolta più piccola, che rimanga ancora più discreta sotto gli abiti.
L’ileostomia è un’apertura creata chirurgicamente, attraverso la quale il tratto finale dell’intestino tenue viene fatto fuoriuscire sulla superficie dell’addome. Per gestire questo tipo di stomia è consigliabile adoperare una sacca a fondo aperto che, grazie alla chiusura integrata, può essere svuotata al bisogno, facilmente pulita e richiusa. La sacca presenta le seguenti caratteristiche:
- il filtro, che consente allo stesso tempo la fuoriuscita e la deodorazione dei gas;
- il telino di rivestimento, morbido al tatto e impermeabile all’acqua.
Per evitare il rischio di disidratazione è fondamentale bere molto, circa 2 litri di acqua al giorno.
L’urostomia consiste nell’abboccamento dell’uretere alla parete addominale convogliando l’urina emessa dai reni all’interno di una sacca di raccolta esterna, che funge da collettore. Esistono due tipi di urostomia:
- Condotto ileale: i due ureteri (condotti) che trasportano l’urina dai reni sono quindi collegati a questa nuova vescica. La parte terminale del condotto ileale viene fatta fuoriuscire attraverso la parete addominale, dove viene creato uno stoma.
- Ureterostomia: uno o entrambi gli ureteri vengono collegati alla parete addominale per formare uno stoma. Si tratta di un intervento meno comune che viene spesso praticato come misura temporanea nei pazienti pediatrici.
Per gestire questo tipo di stomia è consigliabile adoperare una sacca dotata di un rubinetto sul fondo per poterla svuotare al bisogno. Poiché questo tipo di stomia può essere particolarmente soggetta al rischio di infezioni (soprattutto in presenza di tutori ureterali) è consigliabile monitorare la colorazione delle urine.
L’igiene e l’apparecchiatura della stomia sono comunemente definite come “Stoma-care”. Lo stoma care consiste in una serie di interventi che ci permettono di ottenere una corretta pulizia ed apparecchiatura della stomia per la prevenzione delle complicanze cutanee e stomali e una altrettanto corretta buona adesività del presidio.
L’obiettivo di una corretta gestione del presidio stomale sono:
– Mantenere la cute peristomale integra;
– Impedire l’infiltrazione degli effluenti al di sotto della placca;
– Mantenere in situ il presidio per il tempo prestabilito;
–Favorire il benessere psico-fisico della persona stomizzata permettendogli un adeguato adattamento al nuovo schema corporeo.
Innanzitutto, con lo stoma care dobbiamo rispondere al bisogno di integrità cutanea in zona peristomale, al bisogno di conoscenze relative alla corretta gestione della stomia, al bisogno di sicurezza e rinforzo psicologico e lo possiamo fare educando la persona a una corretta gestione della stomia stessa, scegliendo insieme a lui la protesi più adatta e intervenendo con specifici trattamenti in caso di complicanze.
Tutto questo ci porta al conseguimento dell’obiettivo principale che è l’autonomia della persona, evitando le complicanze da stoma care non corretto, evitando gli sprechi di materiale protesico.
Lo stoma care entra a far parte di un percorso educativo che l’infermiere esperto (stomaterapista) inizia con la persona candidata al confezionamento di una stomia e la sua famiglia (care-giver), fin dal pre-operatorio.
Secondo la definizione dell’OMS “…l’educazione terapeutica consiste nell’aiutare il paziente e la sua famiglia a comprendere la malattia e il trattamento, a collaborare alle cure, a farsi carico del proprio stato di salute ed a conservare e migliorare la propria qualità di vita.”